Associazione Culturale Amici della Musica Valdobbiadene
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Michele Lot, una vita per la Musica
L'Associazione Amici della Musica di Valdobbiadene saluta il suo Direttore Artistico
Michele Lot, uno dei più quotati violinisti della musica Veneta, ci ha lasciati martedi 30 luglio. Era una persona dai modi gentili, dalla grande cultura, da un'umanità semplice e preziosa, amava la Musica e amava trasmetterla ai suoi allievi e a chi lo ascoltava.
Era stato nominato direttore artistico della Scuola di Musica della storica Associazione valdobbiadenese nel 2022, ma l'amicizia che ci legava a lui arriva da ben prima, quando la moglie, Graziarita Dal Cin, era insegnante di pianoforte nella nostra scuola, nei primi anni Ottanta. Ha celebrato con noi il traguardo dei 50 anni della scuola giusto l'anno scorso, ha portato qui la sua giovane orchestra "Prometeo" che abbiamo adottato a Valdobbiadene quale orchestra residente. Ha suonato a vari concerti con noi, anche in occasione del Quarantesimo della scuola di Musica.
Michele ha vissuto la Musica, con la Musica e per la Musica fino all'ultimo giorno; quella Musica che ha alimentato il suo grande amore per la vita e per le persone che gli hanno voluto bene, quella Musica che giovedi 2 agosto lo ha salutato con un ultimo lungo, interminabile applauso.
Ora abbiamo la Musica del silenzio nel cuore; ma Michele non ha lasciato un vuoto: ha "scritto" nelle nostre vite note che lo faranno rivivere ogni volta che le eseguiremo, con la voce o con uno strumento. Questa è la grandezza della Musica: la sua immortalità, il suo infinito, la sua potenza.
Michele ci ha lasciato un grande insegnamento, riproposto qui, attraverso quelle sue parole che oggi assumono un significato ancora più intenso:
"In generale non si pensa che prima della parola gli ominidi usassero i suoni in una gamma molto estesa per comunicare, e che l'invenzione della parola ne abbia scalfito quei primi sottili significati. Quei suoni si sono tradotti in quella compagna di vita che è la Musica, senza eccezioni di status, ed anche il fatto di fruirne la bellezza in teatri, sale da concerto, arene e piazze, non è stato per un'idea elitaria di esclusione, ma per ricreare il focus degli antichi templi. Ai concerti ci si va per ascoltare e guardare gli esecutori creando così una convergenza che deflagra sul palcoscenico. Se però si chiudono gli occhi e si sta in ascolto, ci torna indietro dal palco una memoria di noi stessi che spalanca pensieri, sensazioni, emozioni, e che ci fa vibrare come una corda di violino, regalandoci un senso di unità con il tutto."
Grazie maestro Michele Lot!
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